di Marina Agostinacchio
Guillermo Yepes Boscán, nato a Caracas nel 1942, Professore della Facoltà di Lettere e Filosofia di Maracaibo, oltre a ricoprire numerosi incarichi accademici che qui non sto ad elencare, è stato Vice Segretario Generale dell’ Istituto Internazionale Jacques Maritain.
Scrittore a tutto tondo, mi interessa dire di lui la dimensione poetica.
Vorrei soffermarmi su una raccolta in particolare, che ebbi dallo scrittore nell’anno 2000, dopo essermi messa in contatto con lui.
La vida provisional , il nome della silloge, uscita nel 1993,raccoglie poesie degli anni 1970 / 1988.
Il poema da un lato verte sugli interrogativi esistenziali sulla finitezza della vita, dall’altro sulla considerazione della donna come risposta alla nostalgia, al dolore di ciò che non può più tornare.
Nelle poesie si avverte una ” ricerca “, il rispetto per l’Uomo, per le sue passioni, per il suo essere Individuo che anela ad uno stato di purezza, che vuole liberarsi dai “guasti” politici e sociali, dall’eccesso di orgoglio o di superbia.
” Habiamos nacido para colmar la mañana de infinito/ O hacernos de infinito la mañana…”-
Nei testi si può riscontrare l’interrogativo sul senso della scrittura, come momento non meramente destinato alla consacrazione dell’artista, ma manifestazione dell’Io, delle sue profonde necessità di dar forma alle immagini, al ricordo, al processo di trasfigurazione della realtà , all’ansia di “farsi” con prepotenza, da larvale momento intuitivo, farsi fresca, chiara, parola, restitutrice di “adolescenza”.
Un esempio della scrittura onirico-sensuale di Boscan, può essere reperita nella poesia: De la alcoba inundata (La stanza alluvionata) (Edizione Caracas : Ediciones Poes¡a 1993).
Como agua sorprendida ries /Como lluvia a destiempo caes/y te derramas (come acqua ridi sorpresa, /come pioggia cadi in ritardo/ e ti espandi)
Dulce insaciable,/ la sed assedia/ avanza crepitante la sequía/ (insaziabile dolce,/la assedia la sete/ avanza crepitante la siccità).
Vuelve de nuevo el trueno, entre las hojas/ crujen las maderas… (torna nuovamente il tuono/tra le foglie scricchiola il legno…)
Dove si può notare il gioco dell’assonanza assedia/ sequía; inoltre la presenza assenza di una lei annunciata nel paragone con la pioggia, un’acqua invasiva e pervasiva, improvvisa e dirompente come un tuono improvviso che fa scricchiolare tra le foglie la corteccia dell’albero, in attesa proprio di questa “rinascita”.
Il poeta termina dicendo:
Tu, esta vez el lecho desbordado,/torrente irrumpes/ y yo sencillamente inagotable rio (Questa volta il letto straripato/- perché- tu torrente irrompi, /mentre- io semplicemente sono fiume inesauribile – che ti accoglie).
Le frasi suggeriscono nella loro contrazione sintattica visioni che possono affacciarsi alla mente attraverso l’aggiunta di elementi grammaticali: perché; mentre; che ti accoglie.
La poesia è pervasa d sentimenti contrastanti: la passione che assedia il poeta, in un tempo non previsto, comunicata attraverso immagini forti e carichi di sensualità.
Forte l’uso della metafora, dove l’introduzione di termini del mondo fenomenologico bene accompagnano il lettore nello stato d’animo del poeta che oscilla tra la consapevolezza di un accadimento improvviso e un piacevole abbandono ad esso.
Marina Agostinacchio